RADUNO CON JAMES E MALCOM WILLSTROP

venerdì, luglio 1, 2016 0:54
Pubblicato nella categoria: Comunicazioni

Dal 24 al 27 giugno 2016 si è svolto a Riccione un Raduno Giovanile nel quale sono intervenuti l’atleta inglese James Willstrop e il tecnico Malcolm Willstrop. Al raduno erano presenti gli atleti del Pegaso Letizia Viel, Gaia Micheli e Geremia Bicego. L’occasione è stata utile per un piacevole incontro e scambio di battute tra il maestro Diego Bertoldo e James Willstrop. Il coach del Pegaso ricorda così gli esordi del campione inglese:

“Ricordo con piacere e una certa emozione la prima occasione in cui vidi in azione James Willstrop. Era l’anno 2000 e Milano ospitava i Mondiali Juniores individuali e a squadre, Per me coincideva con un momento importante perché esordivo come allenatore della Nazionale Juniores pronto con i ragazzi a difendere con i denti i colori italiani in un Campionato di altissimo livello con tanti giovani talenti che avrebbero fatto la storia dello squash negli ultimi 15 anni: Gaultier, Darwish, Barker, Selby, Zaman, Iskandar e tanti altri. Ma il più atteso di tutti era un sedicenne spilungone inglese che giocava uno squash fantasioso e spettacolare, strana eccezione in un modo di giocare, quello britannico, da sempre basato sulla regolarità. Questo ragazzone era James Willstrop. In quel Campionato giunse al terzo posto dietro Karim Darwish e Gregory Gaultier, ma si tolse la soddisfazione di vincere il titolo a squadre con la sua Inghilterra a spese dell’Egitto. Due anni dopo arrivò per lui anche il titolo mondiale individuale in India battendo nettamente nel derby inglese Peter Barker. Poi l’ascesa nel circuito PSA fino a raggiungere nel 2012 il sogno di diventare numero 1 al mondo, forse, per sua stessa ammissione, l’emozione più grande della sua vita. Dopo gli anni da junior il suo squash, sapientemente monitorato dal padre Malcom nel prestigioso club di Pontefract, ha probabilmente perso un po’ in fantasia ma ha guadagnato in “accuratezza”, parola che è diventata un po’ il suo marchio di fabbrica. Il suo squash ha mantenuto la propensione all’attacco con smorzate e volée micidiali da ogni parte del campo e hold spacca gambe ma, probabilmente, questa sua “accuracy”, un mix tra cura dei particolari, precisione e corretta scelta delle opzioni di gioco, gli permesso di limitare la percentuale di errori e di gestire adeguatamente gli spostamenti in campo sotto pressione, sempre difficili per uno della sua stazza. Una grande carriera per un bravo ragazzo che non ha mai perso la sua umiltà, lo ha dimostrato anche in questi giorni a Riccione dove è stato piacevole rincontrarlo e scambiare due chiacchiere con lui prima che, con la sua consueta professionalità, si mettesse a completa disposizione dei nostri giovani atleti che sapranno sicuramente trarre grande motivazione e ispirazione da questa esperienza”.

Puoi lasciare una risposta, o trackback dal tuo sito.

Lascia un commento